Pro dovere de informatzione si dat a ischire chi custu est su tìtulu de su referendum:
"Approvate il testo della legge costituzionale concernente
“disposizioni per il superamento del bicameralismo paritario, la
riduzione del numero dei parlamentari, il contenimento dei costi di
funzionamento delle istituzioni, la soppressione del CNEL e la revisione
del titolo V della parte II della Costituzione” approvato dal
Parlamento e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 88 del 15 aprile
2016?"
Si dat a ischire peri chi: cando si narat "riduzione
del numero dei parlamentari", cheret nàrrere chi s'at a diminuire sa
rapresentàntzia de sos territòrios, mascamente sos prus minores pro
eletores, in custas dies amus a ispiegare bene totu su chi cumportat
su referendum e comente si votat, in s'interi bos cumbitamus a bos
informare bene e bos fachimus presente sa
Riforma Titolo V e caos competenze
La riforma Titolo V è sicuramente uno degli aspetti più dibattuti e
difficili da comprendere per chi non ha nozioni di diritto
costituzionale. Vengono ridefinite diverse competenze prima esclusive
delle Regione che, post-riforma, tornerebbero in mano allo Stato. In
particolare:
• Viene cancellata la definizione di “competenza concorrente” fra
Stato e Regione, con le diverse materie ridistribuite fra le due
istituzioni.
• Viene introdotta la nuova “clausola di supremazia”, che permette allo
Stato di intervenire sulle questioni di competenza non “esclusiva” delle
Regioni nei casi in cui è necessario un intervento per l’unità
giuridica/economica dello Stato, o di più generico “interesse
nazionale”.
• Viene introdotto anche il cosiddetto “regionalismo differenziato”,
grazie al quale alle Regioni non a Statuto Speciale possono essere
attribuite particolari forme di autonomia, a condizione che presentino
un bilancio in equilibrio. L’attribuzione del regionalismo differenziato
dev’essere approvata da Camera e Senato ed è inoltre richiesto un
dialogo tra Stato e Regione interessata.
In linea generale vi è quindi un forte accentramento di potere nelle
mani dello Stato. Scenario decisamente opposto rispetto alla situazione
attuale. In una lettera aperta al governo inviata lo scorso aprile, 56
costituzionalisti hanno anche evidenziato la possibilità che si
verifichi un forte rischio di confusione legislativa: con questa
revisione del Titolo V, la procedura legislativa andrà a complicarsi in
quanto prevederà “leggi bicamerali, leggi monocamerali ma con
possibilità di emendamenti da parte del Senato, differenziate a seconda
che tali emendamenti possano essere respinti dalla Camera a maggioranza
semplice o a maggioranza assoluta”. Un caos di leggi decisamente in
contro tendenza con le aspettative di semplificazione e velocizzazione
degli iter legislativi.